domenica 12 luglio 2009

Beppe Grillo segretario del Pd? Magari!!

Finalmente una buona notizia. Pare che Beppe Grillo faccia sul serio e si candidi per le primarie del Pd del 25 Ottobre prossimo insieme a Franceschini, Marino e Bersani. Il suo programma sarà naturalmente quello delle liste civiche a “cinque stelle”: sviluppo delle energie rinnovabili, raccolta differenziata porta a porta, approvazione delle leggi popolari per un “Parlamento pulito”, informazione finalmente libera e molto altro ancora.
Lo ha annunciato proprio oggi sul suo blog, una notizia che inizialmente mi ha sconvolto perché non mi sarei mai aspettato una sua candidatura nel Pd (che lui ha ribattezzato Pdmeno-elle), ma che poi mi ha sollevato. Infatti, se i burocrati del partito democratico non ostacoleranno la sua candidatura, come fecero con Di Pietro e Pannella, Grillo potrebbe diventarne il segretario e fare vera opposizione assieme all’Idv contro questo governo nauseante capeggiato dal “portatore nano di conflitti d’interessi”. Gli italiani avrebbero sicuramente una persona su cui fare affidamento o comunque qualcuno che abbia una dignità, diversamente da D’Alema, Fassino e Latorre che ormai l’hanno persa da un pezzo.
Di sicuro il programma di Beppe è qualcosa di nuovo, che nessun altro ha mai presentato. Lo sviluppo delle energie alternative, il secco rifiuto degli inceneritori e delle centrali nucleari, la raccolta differenziata porta a porta rappresentano la vera politica, quella con la “p” maiuscola. Niente ideologie, ormai superate da qualche decennio, solo idee. Idee nuove, discusse per anni da centinaia di migliaia di persone sul blog di Grillo. Quelle stesse persone che non vengono ascoltate dalla politica attuale e che non si sentono rappresentate dalla nostra classe politica, sempre più corrotta e distaccata dalla realtà.
Restano però dei piccoli ostacoli alla candidatura di Beppe alla segreteria del Pd. Innanzitutto deve iscriversi al partito, ma non è un problema (“Mi iscrivo al partito” ha dichiarato), e poi deve raccogliere duemila firme, ma non è un problema neanche questo dato che in un giorno solo in occasione del V2-Day raccolse un milione di firme. Inoltre ha affermato che “le firme che servono più o meno sono quelle, le abbiamo già raccolte quasi tutte”, come volevasi dimostrare.
Allora appuntamento al 25 Ottobre spero!

mercoledì 8 luglio 2009

Please wait


Scusate per l’ennesima assenza, non capiterà più XD.
Non so da dove cominciare…vorrei scrivere di tutto su questo diario multimediale aperto a tutti ma davvero non so da dove iniziare. Dalla cena dei due giudici costituzionali con Berlusconi e Alfano? No, non ne ho proprio voglia, credo si sia detto già abbastanza(perlomeno su internet). Allora dall’ordine impartito dal simpaticissimo voltagabbana Capezzone a Franceschini (<>)? No, dato che si commenta da solo. E poi non è una notizia, così come Capezzone non è un politico ma uno “Sgarbi” qualunque. Inizio dalle leggi razziali quindi? Oppure dagli insulti ai magistrati? Dagli stupri che si susseguono a Roma e che ora non sono più colpa del sindaco(Ma non aveva fatto una campagna elettorale all’insegna della sicurezza? Diceva che era tutta colpa di quel buonista di Veltroni, ricordate?)? Oppure comincio dalle manganellate che si beccano tutti quelli che osano manifestare le proprie opinioni, vedi le vicende degli ultimi giorni e non solo? Ma perché non parlare di Papi, delle squillo a Villa Certosa, della ricattabilità del presidente del consiglio, delle vicende mafiose tornate alla ribalta con la famosa “lettera”? Si commentano da soli questi fatti…
E allora di che parlare?? Io credo che avremo molto di cui parlare dopo il G8, genialmente organizzato a L’Aquila, dato che sono arrivati in Abruzzo migliaia di giornalisti stranieri indipendenti che, come io credo, massacreranno di domande (parola che i giornalisti italiani non conoscono) il nostro presidente del consiglio, da mesi al centro di scandali a partire dal Lodo Alfano fino a Puttanopoli. Beh! non ci resta che aspettare!

mercoledì 22 aprile 2009

5 modi per distruggere Silvio Berlusconi

Berlusconi è un imprenditore, o presunto tale, perciò l’unica azione efficace che possiamo intraprendere contro di lui è andare a colpire ciò a cui tiene di più al mondo, il portafogli.
Le sue tre televisioni incostituzionali e i suoi giornali sono finanziati dalla pubblicità e dai contributi statali. Ecco come farli affondare:
A- E’ necessario che un gran numero di persone scriva una e-mail o una lettera alle aziende che comprano spazi pubblicitari sulle reti e giornali Fininvest. Il testo della lettera dovrebbe essere pressappoco così:
“Se la vostra società (nome dell’azienda) non ritira immediatamente la propria pubblicità dalla televisione e dalla carta stampata Fininvest, io non acquisterò più i vostri prodotti.” Così, per salvaguardare i profitti, saranno costretti a stracciare i contratti pubblicitari con le società del Cavaliere e a dirigere altrove i loro costosi spot.
B- Il 25 Aprile 2008 si è tenuto il V2 Day indetto dal comico Beppe Grillo per un informazione libera. Sono state raccolte le firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare. Due danno particolarmente fastidio al Cavaliere. Vediamo quali sono:

1- Abolizione della legge Gasparri. Numero massimo di reti televisive per un soggetto privato fissato a 1. L’etere è di tutti, Berlusconi dovette finanziare illecitamente il partito dell’ex presidente del consiglio Craxi, nonché suo protettore pro tempore, per comprarsi la riforma del sistema televisivo che gli consentì di tenere le sue tv(Caso All-Iberian). Rete4 deve obbligatoriamente finire sul satellite perché Europa7 ha vinto, tramite regolare concorso pubblico, l’assegnazione delle frequenze sulle quali trasmette attualmente Rete4. Silvio Berlusconi, da primo ministro, ha ignorato le sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea che impongono l’abilitazione di Europa7 alla trasmissione nazionale al posto di Rete4, battuta nel bando pubblico.
2- Abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria. Il mercato deve decidere quale giornale va avanti e quale chiude, la carta stampata non deve essere mantenuta con le tasse degli italiani. Il Foglio, Panorama e Il Giornale rischierebbero così di chiudere se Berlusconi non dovesse investire grosse cifre. Inoltre senza la pubblicità, grazie al punto A, sarà ancora più difficile per lui mantenere il suo monopolio dell’informazione.

C- Non acquistare i libri Mondadori. La Mondadori è stata sottratta illegalmente a Carlo De Benedetti da parte di Cesare Previti, avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia. Con denaro Fininvest corruppe, nel 1991, il giudice romano Vittorio Metta, che annullò il Lodo Mondadori e regalò il mercimonio criminale alla Fininvest. Nel “processo Mondadori” Previti è stato condannato in via definitiva a 1 anno e 6 mesi mentre Berlusconi se l’è cavata grazie alla concessione delle attenuanti generiche con la conseguente prescrizione del reato. Queste sono solo alcune delle società controllate abusivamente da Silvio Berlusconi: Arnoldo Mondadori Editore S.p.A; Giulio Einaudi Editore S.p.A.; Sperling & Kupfer Editori S.p.A.; Edizioni Frassinelli S.r.l.; Edizioni Piemme S.p.A.; Mondadori FrancePress-Di S.r.l.; Attica Publications S.A.; Mondadori Pubblicità S.p.A.; Mondadori Franchising S.p.A.; Messaggerie Musicali S.p.A.; Mondolibri S.p.A.; Monradio S.r.l. Società Europea di Edizioni S.p.A.; Mondadori International S.A.
D- Non diventare clienti della Banca Mediolanum.
E- Boicottare i prodotti di distribuzione cinematografica di Medusa Film e Medusa Cinema.
F- Per ultimo, se volete…ripeto solo se volete... smettete di votarlo. Grazie

lunedì 6 aprile 2009

Un mariuolo è per sempre

Non è possibile. Quando si pensa di aver toccato il fondo arriva sempre qualcuno a scavare ancora di più rendendo il fondo infinitamente profondo. Il 31 Marzo è stato di nuovo arrestato Mario Chiesa, stavolta per truffa per il traffico di rifiuti pericolosi. Di nuovo, dato che fu arrestato per la prima volta il 17 febbraio 1992.
Per merito dei nostri mezzi di informazione molti italiani si sono dimenticati chi era Chiesa e soprattutto cosa faceva. Per fortuna esistono internet e una manciata di giornalisti in gamba:
Mario Chiesa, socialista e presidente del Pio Albergo Trivulzio, venne arrestato dai carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Di Pietro grazie alla collaborazione dell’imprenditore Luca Magni.
Magni, che avrebbe dovuto consegnare a Chiesa una tangente da 14 milioni su un appalto appena ottenuto, si presentò nell’ufficio del socialista con una microcamera nascosta, come pattuito con Di Pietro, al momento del pagamento i carabinieri fecero irruzione nella stanza arrestando Chiesa che si difese dicendo: “Questi soldi sono miei!”, ma i militari dell’arma precisarono:”E no! Questi soldi sono i nostri”.
Da questo fatto di corruzione iniziò l’indagine Mani Pulite che travolse i principali partiti italiani tra cui il Psi, la Dc, il Pri, la Lega, il Pci, e coinvolse sindaci e assessori fino a un ex capo di governo.
Le mazzette venivano distribuite così: i partiti eleggevano a turno un cassiere unico incaricato di riscuotere le tangenti da un ambasciatore nominato delle imprese corruttrici, per poi spartirle secondo precise percentuali ai vari partiti (37% al Psi, 18,75% al Pci, 18,75 alla Dc, il 17% al Psdi, l’8% al Pri e il resto agli altri tranne Msi, verdi, radicali ed estrema sinistra). Questo smentisce la balla raccontata dai socialisti e democristiani secondo la quale erano costretti a rubare per il partito per contrastare i comunisti che ricevevano i Rubli da Mosca. E’ una menzogna perché spesso erano i cassieri comunisti a portare la percentuale delle tangenti spettanti alla Dc e al Psi ai rispettivi segretari e viceversa.
Questa è la prima balla. La seconda riguarda il fatto che i politici rubavano non per se stessi ma solo per mantenere i partiti. Per dimostrare la falsità di questa leggenda basta citare i tre casi dei “ladri” più famosi dell’era Tangentopoli:

Bettino Craxi, segretario del Psi, condannato a 5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai e
a 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese. Per difendere il sistema delle tangenti definì Mario Chiesa un “mariuolo”isolato per poi essere indagato a sua volta per corruzione, finanziamento illecito e corruzione:
Acquistò un jet per un valore di 3 miliardi; fece operazioni immobiliari a New York e Milano; Regalò alla sua amante Anja Pieroni un’emittente televisiva, Roma Cine Tivù, che gli costava 100 milioni di lire al mese; Poi, sempre per la Pieroni, comprò l’hotel Ivanohe a Roma e una villa; Regalò una villa e 500 milioni al fratello Antonio Craxi, seguace del guru Sai Baba in India; Infine spese 80 milioni per affittare una villa al figlio Bobo.
Inoltre era pure titolare di un conto in una banca svizzera da 50 miliardi di lire. E meno male che rubava per il partito, figurarsi cosa avrebbe fatto se avesse rubato per se stesso!! Non riesco proprio a immaginarmelo, forse avrebbe scippato le vecchiette per strada e svaligiato le stanze negli ospizi. Se Mario Chiesa era uno dei tanti mariuoli, Craxi ne era senza dubbio il re.

Gianni De Michelis, socialista, condannato per le tangenti Enimont e per quelle sulle autostrade del Veneto: Il Tribunale di Venezia scrisse che utilizzò le tangenti per “alimentare il suo principesco stile di vita”. Organizzò una festa a Venezia con 2000 invitati e un’altra a Roma affittando l’intero ippodromo di Tor di Valle. Una volta arrestato lasciò un conto in sospeso con l’Hotel Plaza dove soggiornava per un ammontare di 490 milioni di lire. Viveva in una suite imperiale del suddetto albergo spendendo al giorno 370 mila lire soltanto di extra (tartine, champagne, caviale).

Duilio Poggiolini, socialista ed ex P2, condannato a 7 anni e 6 mesi per corruzione: Direttore generale del Ministero della Sanità, era incaricato di decidere quali farmaci dovevano essere rimborsati dal servizio sanitario nazionale. È stato calcolato che in quel settore girarono circa 7mila miliardi di lire di tangenti. Ecco, però lui era l’eccezione in un sistema marcio, rubava davvero per il partito e non per se stesso, bisogna ammetterlo! Infatti il pool di Milano trovò 18 conti bancari svizzeri ricollegabili a Poggiolini contenenti circa 100 miliardi. Poi, nel caveau di una banca campana i magistrati recuperarono delle casse contenenti Sterline, monete d’oro, Ecu, Kruger Rand sudafricani e alcune monete antiche provenienti dagli scavi di Ercolano!
Come se non bastasse, la Guardia di Finanza si presentò a casa di Poggiolini con due camion vuoti e sequestrò: 60 quadri di pittori “sconosciuti” come Picasso, Modigliani e Dalì; un centinaio di lingotti d’oro, una cassa colma di zaffiri, rubini, brillanti; una collezione di oggetti d’oro e una serie di Rubli, anch’essi d’oro, dello Zar Nicola II.
Quel giorno accadde anche un piccolo fatto curioso che passò alla storia. Un finanziere, inavvertitamente, urtò e fece cadere a terra un pouf e, incuriosito, lo aprì trovando cuciti all’interno dei buoni del tesoro per un valore di svariati miliardi e diversi lingotti d’oro.

Dopo la descrizione delle fortune che farebbero impallidire qualunque forziere pirata, passiamo alle conseguenze che Tangentopoli ebbe sul nostro Paese.
All’incirca ci costò 10 mila miliardi all’anno e la costruzione incompleta di numerose opere pubbliche inutili. Questo perché per ingrassare gli imprenditori, e di conseguenza le mazzette calcolate in base alle percentuali sugli appalti, i politici approvavano la costruzione di opere non necessarie gonfiando anche il valore dell’appalto. I colletti bianchi, ben oleati dalle cospicue tangenti, fingevano di non vedere che le aziende corruttrici modificavano in corso d’opera le costruzioni per ottenere altro denaro dallo Stato, e che non portavano a termine il lavoro per risparmiare sui materiali. Non c’è da stupirsi se Striscia la notizia mostra in continuazione edifici pubblici mai completati costati allo Stato “un occhio della testa”.
Un esempio eclatante di quanto fossero (e siano tutt’ora)sconvenienti per noi cittadini queste ruberie è quello della linea 3 della metropolitana di Milano, che è costata oltre il quadruplo del metrò di Amburgo.
Inoltre il rapporto debito-pil, che nel 1980 era stabile al 60%, salì al 70% nell’83; nel periodo del governo Craxi (‘83-‘87)crebbe in modo esponenziale fino a raggiungere il 92%; nel 1992 giunse al 118% e la Lira uscì di conseguenza dal Sistema monetario europeo. Il Governo Amato fu costretto ad introdurre il prelievo forzoso del 6 per mille sui conti in banca di tutti i risparmiatori per far fronte alle condizioni disastrose in cui si trovavano le casse dello Stato (ora Tremonti intende fare una cosa simile, ma molto più subdola, prelevando il denaro depositato nei cosiddetti conti dormienti. Questi conti appartenenti agli italiani all’estero e a quelle persone che da più di 10 anni non compiono operazioni sui propri conti, in attesa che fruttino denaro grazie ai piccoli interessi. E lui glieli vuole sottrasse sperando che non si accorgano della manovra. E bravo Tremonti!).
Le televisioni però hanno fatto in modo che ci dimenticassimo di tutto questo e che permettessimo a Berlusconi (creatura di Craxi)di ammettere che il padre fondatore di Forza Italia è proprio “Bottino” Craxi, il simbolo di Tangentopoli. Infatti, gli attacchi a mezzo stampa a Di Pietro sono all’ordine del giorno, viene continuamente accusato di aver commesso molti errori nella sua inchiesta e di aver arrestato numerosi innocenti. Ma anche qui le cifre parlano chiaro: Mani Pulite fu l’indagine con meno errori giudiziari nella storia della Repubblica, soltanto il 5% degli imputati fu assolto nel merito(contro la media del 30-40%) e 1300 furono le condanne definitive.
Purtroppo le statistiche e le sentenze della Cassazione non servono a nulla se le televisioni cancellano la memoria degli italiani ed elogiano loschi figuri come Craxi, divenuto improvvisamente martire della patria, permettendo ai partiti di nominare nuovamente ai vertici delle istituzioni i responsabili del più grave scandalo di corruzione d’Europa.
È di pochi giorni fa, infatti, la notizia che Cirino Pomicino verrà candidato per le elezioni europee di giugno. A voi i commenti.

giovedì 2 aprile 2009

Chi sorveglia i sorveglianti??


Da diversi mesi si dibatte sulla proposta avanzata dalla Lega Nord riguardo la legalizzazione delle cosiddette ronde per far fronte all’allarme sicurezza. Queste ronde sono composte da ex carabinieri in pensione e civili che, secondo la Lega, armati di telefonino e buona volontà, aiutano le forze di Polizia a mantenere l’ordine pubblico. Teoricamente lo scopo delle ronde è quello di chiamare il 113 se dovessero ravvisare attività criminali nei quartieri dove “pattugliano”.
L’istituzione di questi gruppi di sorveglianti volontari potrebbe garantire maggiore sicurezza ai cittadini e colmare le lacune delle forze dell’ordine. In teoria. In pratica il discorso è un altro.
Per verificare se un provvedimento legislativo sia giusto o sbagliato, in questo caso la legalizzazione delle ronde, bisogna grattare via la crosta e analizzare a fondo le conseguenze di questi buoni propositi.
Innanzitutto, il fatto che siano armati solo di telefonino è difficile da dimostrare. E’ molto plausibile invece che i volontari “rondisti” pattuglino armati, soprattutto di notte quando il pericolo è maggiore, se non di pistola, quantomeno di coltello o di altre armi da taglio. E questo è un problema serio, perché in caso di scontro con un vero delinquente potrebbero verificarsi brutti incidenti, soprattutto in sfavore dei “rondisti”. E chi può accertarsi che non abbiano armi e che non succedano tragedie sull’esempio appena citato? Polizia e Carabinieri. Proprio quei corpi che dovrebbero trarre vantaggio dall’impiego delle ronde. Perciò i poliziotti sarebbero costretti a sorvegliare i sorveglianti organizzando delle contro-ronde per monitorarne l’attività, invece di inseguire i criminali.
Un altro grosso punto a sfavore della proposta leghista è che, a lungo andare, le ronde si sostituirebbero alle forze dell’ordine, abbandonandosi a regolamenti di conti, scontri fra “bande” e alle collusioni con chi dovrebbero controllare. E’ per questa ragione che tutti gli stati si sono muniti di forze di sicurezza pubblica. In Italia infatti, dopo il concorso per diventare agente di Polizia o dei Carabinieri, l’incorporamento viene effettuato in una Regione diversa da quella di nascita del candidato agente. Questo per evitare possibili collusioni con parenti, amici o conoscenti.
Inoltre, la Polizia pubblica assicura, nella maggior parte dei casi, lo stesso trattamento nei confronti di tutti e senza distinzioni mentre la polizia privata no. Figurarsi cosa potrebbe accadere in questo periodo di ondate xenofobe e razziste alle minoranze etniche, ci sarebbero soprusi e violenze ingiustificate ovunque. E uno stato che non protegge le minoranze non può definirsi democratico.
Un altro fatto allarma non poco lo scrittore Antonio Tabucchi, che afferma: "Quello che mi spaventa non è il futuro ma il passato", perché quello a cui stiamo assistendo è già successo, dato che la Storia è ciclica. Infatti le ronde, se strumentalizzate a dovere, diventerebbero molto simili ai “fasci di combattimento” fascisti ed essere usate per i medesimi scopi.
Il problema della sicurezza non può essere affidato ai comuni cittadini ma agli organismi preposti già esistenti. E’ vero, ci sono delle lacune nelle forze dell’ordine ma da che dipendono? Il governo ha imposto mesi fa un taglio pari a tre miliardi di euro al comparto sicurezza "in un momento già tragico per le forze di Polizia". A dirlo è il capo della Polizia, Antonio Manganelli, totalmente contrario ai tagli dei finanziamenti che hanno costretto gli agenti a parcheggiare centinaia di volanti guaste o senza benzina nei depositi del Ministero degli Interni. Solo nel distretto di Roma ci sono circa duecento volanti ferme e inutilizzabili mentre su Youtube gira un video dove vengono ripresi due poliziotti costretti a spingere la loro macchina in avaria.
Il governo ha spiegato che i tagli sono misure drastiche inevitabili per mancanza di liquidità dovuta al momento di crisi in cui ci troviamo. Ma se lo volesse davvero il governo potrebbe attingere denaro da molte fonti:
Per esempio si potrebbero sbloccare i patrimoni sequestrati alla mafia e parcheggiati in qualche conto bancario. Un altro modo sarebbe quello di pretendere che le concessionarie di slot machines, che hanno evaso fino ad ora novantotto miliardi di euro di tasse, ripaghino il debito che hanno nei confronti dello stato. Novantotto miliardi è una cifra molto interessante.
Ma non finisce qui, se non ci fossero interessi nel tutelare certi mercimoni si potrebbe recuperare altro denaro combattendo seriamente l’evasione fiscale che sottrae ogni anno allo stato circa duecentocinquanta miliardi di euro. Quel poco che è stato fatto nella scorsa legislatura, come la tracciabilità dei pagamenti e la non trasferibilità degli assegni, che aveva portato nel Tesoro circa diciotto miliardi è stato cancellato in questa. Poi si potrebbe re instituire il reato di falso in bilancio che permette la creazione di ingenti fondi neri esentasse e combattere il lavoro nero che ci sottrae miliardi di euro all’anno.
I problemi legati alla sicurezza non sono dovuti solo alla mancanza di finanziamenti ma anche a questioni strutturali del sistema giudiziario. E’inutile che i poliziotti arrestino i delinquenti se poi è praticamente impossibile assicurarli alla giustizia. Il 90% dei processi termina in un nulla di fatto a causa della prescrizione e al numero esagerato di agevolazioni e attenuanti. La richiesta del rito abbreviato e la confessione del reato garantiscono, ciascuna, lo sconto di un terzo della pena e per una condanna fino a tre anni non è prevista la carcerazione grazie alle pene alternative e alla sospensione condizionale.
La tragedia è che la maggior parte di questi provvedimenti legislativi sono stati approvati da quella coalizione politica che si vanta di rappresentare “la politica della sicurezza”. La legge ex-Cirielli, per esempio, ha dimezzato i tempi della prescrizione mandando in fumo centinaia di migliaia di processi. Per cui, per non finire in galera basta fare affidamento su un avvocato che rallenti il processo e che in caso di condanna di primo grado faccia sempre automaticamente ricorso in appello, a costo zero. In Inghilterra chi ricorre in appello dopo la condanna e perde nuovamente è costretto a risarcire allo stato le spese processuali per il tempo perduto. Si potrebbe fare la stessa cosa in Italia. Inoltre, per accorciare ulteriormente l’iter giudiziario, si potrebbe abolire l’appello dato che tre gradi di giudizio( più l’udienza preliminare) esistono solo nel nostro Paese. Poi si potrebbero cancellare dal codice penale alcuni reati per i quali è previsto il processo e che servono solo a intasare le aule dei tribunali (come il mancato pagamento del ticket autostradale) e lasciare i Pm liberi di intercettare le telefonate dei presunti delinquenti.
Tutto questo è l’unica soluzione logica e ragionevole all’annosa questione della sicurezza. Le ronde non sono la risposta e il tempo lo dimostrerà.