lunedì 6 aprile 2009

Un mariuolo è per sempre

Non è possibile. Quando si pensa di aver toccato il fondo arriva sempre qualcuno a scavare ancora di più rendendo il fondo infinitamente profondo. Il 31 Marzo è stato di nuovo arrestato Mario Chiesa, stavolta per truffa per il traffico di rifiuti pericolosi. Di nuovo, dato che fu arrestato per la prima volta il 17 febbraio 1992.
Per merito dei nostri mezzi di informazione molti italiani si sono dimenticati chi era Chiesa e soprattutto cosa faceva. Per fortuna esistono internet e una manciata di giornalisti in gamba:
Mario Chiesa, socialista e presidente del Pio Albergo Trivulzio, venne arrestato dai carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Di Pietro grazie alla collaborazione dell’imprenditore Luca Magni.
Magni, che avrebbe dovuto consegnare a Chiesa una tangente da 14 milioni su un appalto appena ottenuto, si presentò nell’ufficio del socialista con una microcamera nascosta, come pattuito con Di Pietro, al momento del pagamento i carabinieri fecero irruzione nella stanza arrestando Chiesa che si difese dicendo: “Questi soldi sono miei!”, ma i militari dell’arma precisarono:”E no! Questi soldi sono i nostri”.
Da questo fatto di corruzione iniziò l’indagine Mani Pulite che travolse i principali partiti italiani tra cui il Psi, la Dc, il Pri, la Lega, il Pci, e coinvolse sindaci e assessori fino a un ex capo di governo.
Le mazzette venivano distribuite così: i partiti eleggevano a turno un cassiere unico incaricato di riscuotere le tangenti da un ambasciatore nominato delle imprese corruttrici, per poi spartirle secondo precise percentuali ai vari partiti (37% al Psi, 18,75% al Pci, 18,75 alla Dc, il 17% al Psdi, l’8% al Pri e il resto agli altri tranne Msi, verdi, radicali ed estrema sinistra). Questo smentisce la balla raccontata dai socialisti e democristiani secondo la quale erano costretti a rubare per il partito per contrastare i comunisti che ricevevano i Rubli da Mosca. E’ una menzogna perché spesso erano i cassieri comunisti a portare la percentuale delle tangenti spettanti alla Dc e al Psi ai rispettivi segretari e viceversa.
Questa è la prima balla. La seconda riguarda il fatto che i politici rubavano non per se stessi ma solo per mantenere i partiti. Per dimostrare la falsità di questa leggenda basta citare i tre casi dei “ladri” più famosi dell’era Tangentopoli:

Bettino Craxi, segretario del Psi, condannato a 5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai e
a 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese. Per difendere il sistema delle tangenti definì Mario Chiesa un “mariuolo”isolato per poi essere indagato a sua volta per corruzione, finanziamento illecito e corruzione:
Acquistò un jet per un valore di 3 miliardi; fece operazioni immobiliari a New York e Milano; Regalò alla sua amante Anja Pieroni un’emittente televisiva, Roma Cine Tivù, che gli costava 100 milioni di lire al mese; Poi, sempre per la Pieroni, comprò l’hotel Ivanohe a Roma e una villa; Regalò una villa e 500 milioni al fratello Antonio Craxi, seguace del guru Sai Baba in India; Infine spese 80 milioni per affittare una villa al figlio Bobo.
Inoltre era pure titolare di un conto in una banca svizzera da 50 miliardi di lire. E meno male che rubava per il partito, figurarsi cosa avrebbe fatto se avesse rubato per se stesso!! Non riesco proprio a immaginarmelo, forse avrebbe scippato le vecchiette per strada e svaligiato le stanze negli ospizi. Se Mario Chiesa era uno dei tanti mariuoli, Craxi ne era senza dubbio il re.

Gianni De Michelis, socialista, condannato per le tangenti Enimont e per quelle sulle autostrade del Veneto: Il Tribunale di Venezia scrisse che utilizzò le tangenti per “alimentare il suo principesco stile di vita”. Organizzò una festa a Venezia con 2000 invitati e un’altra a Roma affittando l’intero ippodromo di Tor di Valle. Una volta arrestato lasciò un conto in sospeso con l’Hotel Plaza dove soggiornava per un ammontare di 490 milioni di lire. Viveva in una suite imperiale del suddetto albergo spendendo al giorno 370 mila lire soltanto di extra (tartine, champagne, caviale).

Duilio Poggiolini, socialista ed ex P2, condannato a 7 anni e 6 mesi per corruzione: Direttore generale del Ministero della Sanità, era incaricato di decidere quali farmaci dovevano essere rimborsati dal servizio sanitario nazionale. È stato calcolato che in quel settore girarono circa 7mila miliardi di lire di tangenti. Ecco, però lui era l’eccezione in un sistema marcio, rubava davvero per il partito e non per se stesso, bisogna ammetterlo! Infatti il pool di Milano trovò 18 conti bancari svizzeri ricollegabili a Poggiolini contenenti circa 100 miliardi. Poi, nel caveau di una banca campana i magistrati recuperarono delle casse contenenti Sterline, monete d’oro, Ecu, Kruger Rand sudafricani e alcune monete antiche provenienti dagli scavi di Ercolano!
Come se non bastasse, la Guardia di Finanza si presentò a casa di Poggiolini con due camion vuoti e sequestrò: 60 quadri di pittori “sconosciuti” come Picasso, Modigliani e Dalì; un centinaio di lingotti d’oro, una cassa colma di zaffiri, rubini, brillanti; una collezione di oggetti d’oro e una serie di Rubli, anch’essi d’oro, dello Zar Nicola II.
Quel giorno accadde anche un piccolo fatto curioso che passò alla storia. Un finanziere, inavvertitamente, urtò e fece cadere a terra un pouf e, incuriosito, lo aprì trovando cuciti all’interno dei buoni del tesoro per un valore di svariati miliardi e diversi lingotti d’oro.

Dopo la descrizione delle fortune che farebbero impallidire qualunque forziere pirata, passiamo alle conseguenze che Tangentopoli ebbe sul nostro Paese.
All’incirca ci costò 10 mila miliardi all’anno e la costruzione incompleta di numerose opere pubbliche inutili. Questo perché per ingrassare gli imprenditori, e di conseguenza le mazzette calcolate in base alle percentuali sugli appalti, i politici approvavano la costruzione di opere non necessarie gonfiando anche il valore dell’appalto. I colletti bianchi, ben oleati dalle cospicue tangenti, fingevano di non vedere che le aziende corruttrici modificavano in corso d’opera le costruzioni per ottenere altro denaro dallo Stato, e che non portavano a termine il lavoro per risparmiare sui materiali. Non c’è da stupirsi se Striscia la notizia mostra in continuazione edifici pubblici mai completati costati allo Stato “un occhio della testa”.
Un esempio eclatante di quanto fossero (e siano tutt’ora)sconvenienti per noi cittadini queste ruberie è quello della linea 3 della metropolitana di Milano, che è costata oltre il quadruplo del metrò di Amburgo.
Inoltre il rapporto debito-pil, che nel 1980 era stabile al 60%, salì al 70% nell’83; nel periodo del governo Craxi (‘83-‘87)crebbe in modo esponenziale fino a raggiungere il 92%; nel 1992 giunse al 118% e la Lira uscì di conseguenza dal Sistema monetario europeo. Il Governo Amato fu costretto ad introdurre il prelievo forzoso del 6 per mille sui conti in banca di tutti i risparmiatori per far fronte alle condizioni disastrose in cui si trovavano le casse dello Stato (ora Tremonti intende fare una cosa simile, ma molto più subdola, prelevando il denaro depositato nei cosiddetti conti dormienti. Questi conti appartenenti agli italiani all’estero e a quelle persone che da più di 10 anni non compiono operazioni sui propri conti, in attesa che fruttino denaro grazie ai piccoli interessi. E lui glieli vuole sottrasse sperando che non si accorgano della manovra. E bravo Tremonti!).
Le televisioni però hanno fatto in modo che ci dimenticassimo di tutto questo e che permettessimo a Berlusconi (creatura di Craxi)di ammettere che il padre fondatore di Forza Italia è proprio “Bottino” Craxi, il simbolo di Tangentopoli. Infatti, gli attacchi a mezzo stampa a Di Pietro sono all’ordine del giorno, viene continuamente accusato di aver commesso molti errori nella sua inchiesta e di aver arrestato numerosi innocenti. Ma anche qui le cifre parlano chiaro: Mani Pulite fu l’indagine con meno errori giudiziari nella storia della Repubblica, soltanto il 5% degli imputati fu assolto nel merito(contro la media del 30-40%) e 1300 furono le condanne definitive.
Purtroppo le statistiche e le sentenze della Cassazione non servono a nulla se le televisioni cancellano la memoria degli italiani ed elogiano loschi figuri come Craxi, divenuto improvvisamente martire della patria, permettendo ai partiti di nominare nuovamente ai vertici delle istituzioni i responsabili del più grave scandalo di corruzione d’Europa.
È di pochi giorni fa, infatti, la notizia che Cirino Pomicino verrà candidato per le elezioni europee di giugno. A voi i commenti.

Nessun commento: